La paura ci protegge e ci salva la vita. Essa è una delle emozioni primarie ed è fondamentale proprio perché segnala un imminente pericolo che minaccia la nostra integrità psicofisica. Essa ha quindi una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme, preparando la mente e il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga, come quando ad esempio ci troviamo di fronte ad un aggressore, o avvertiamo una scossa di terremoto, un forte rumore improvviso, eccetera... Inoltre in tutte le specie studiate l'espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere un aiuto e soccorso. Paura e dolore non sono mai inutili, portano sempre ad una nuova consapevolezza e ad una trasformazione profonda e salutare.
Quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, ma da qualcosa che risiede dentro di noi, per cui la minaccia è percepita ad un livello simbolico profondo, ad esempio si temono luoghi molto affollati, l'ascensore, i ragni, i cambiamenti, lo stare a contatto con la gente, eccetera... questa emozione perde la sua funzione primaria adattiva, e diviene sintomo psicopatologico, come ad esempio ansia, fobia o panico, manifestandosi con livelli di intensità diversi. Anche in tal caso però la paura svolge uno specifico ruolo di difesa e racconta qualcosa di profondo della persona che la prova, in quanto esprime simbolicamente un conflitto inconscio, ma allarma, sconvolge e prende il sopravvento senza un apparente motivo, generando un disagio impossibile da ignorare.
Ecco alcuni passi che permettono di avvicinare e superare la paura eccessiva e debilitante, cogliendone l'importante messaggio e recuperando il proprio equilibrio.
Ho imparato che il coraggio non è la mancanza di paura, ma il trionfo su di essa. L’uomo coraggioso non è quello che non si spaventa, ma colui che conquista quella paura. - Nelson Mandela
Chiediti innanzi tutto di che cosa hai paura
Rifletti su ciò che ti spaventa, vai alla ricerca di quello che effettivamente scatena le tue paure, se si tratta di un pericolo tangibile oppure no. Le paure indicano che possiamo perderci, che c’è un labirinto, che ci sono mostri; molte volte però i mostri sono dentro di noi e siamo noi a renderli tali. Più riesci a comprendere la natura della tua paura, meglio riesci a contenerla.
Accetta ed ammetti le tue paure
Dopo aver preso coscienza delle tue paure evita di nasconderle, perché ad esempio temi il giudizio degli altri o perché pensi che essere forti significhi non averle. Lascia invece che la tua emozione affiori in superficie, nominala e se ti capita condividila con qualcuno di cui ti fidi. Impara ad accettare ciò che provi, senza giudicarti. Ammettere le proprie debolezze non rende fragili, ma umani.
Considerala una tua alleata
Ansia e paure sono in realtà delle opportunità di crescita, dei campanelli d'allarme, che ti permettono di entrare in contatto con le parti sconosciute di te stesso e prendertene cura. Sono messaggeri che ti avvisano che c'è qualcosa nella tua interiorità che ancora non conosci e ha bisogno della tua attenzione. Non combattere la tua paura, la renderebbe ancora più forte, ma affidati ad essa e chiediti dove ti vuole portare. Se ad esempio temi di non essere all'altezza di una situazione, puoi cogliere il segnale della paura per andare più a fondo dentro di te e sicuramente scoprirai parti sconosciute che potrebbero rivelarsi un gran tesoro. Se temi una prova, un discorso in pubblico o un evento importante, puoi usare la paura per preparati al meglio a quell'occasione: studiare a fondo la materia, esercitarti sul discorso da fare, prepararti una scaletta d'intervento. Se le tue paure riguardano invece mostri, di essere aggredito, di uscire da solo, ecc... potrebbero essere espressione di un'aggressività repressa e in tal caso avresti solo paura di te stesso.
Ascoltala dove si esprime nel corpo
Quando ti rendi conto che stai iniziando ad aver paura, invece di pensare alla tua sofferenza o analizzarla razionalmente, vivila e localizzala nel corpo. Se ne hai la possibilità, prenditi un pò di spazio e tempo, chiudi gli occhi e lascia emergere nella mente il tuo timore. Percepisci il tuo senso di malessere fino a che non lo senti in una specifica zona del corpo: dove lo senti? nello stomaco? nella gola? nella schiena? nelle mani? nella testa? ecc... Non dare giudizi, non farti domande, rimani semplicemente con la tua emozione, senza fare commenti. Rimani con la tua paura, diventa il letto del fiume su cui scorre quella sensazione nel corpo e lascia che ti attraversi. In questo modo quando l'emozione avrà fatto il suo corso, ti lascerà molto velocemente, come un temporale estivo.
Trasformala in immagine
Quando sei stretto nelle sue grinfie, puoi chiudere gli occhi e immaginare la tua paura come un animale. Che animale è? un serpente? un drago? un leone? un ragno? ecc... Visualizza l'animale nei minimi dettagli e cerca di immedesimarti nella sua forza. Una forza che in questo caso lasci trasformare in una tua alleata. Concedi alla tua mente di immaginare quell'animale come un tuo amico, finché non senti quel leone, o quel drago, o quel serpente...dentro di te.
Datti del tempo
Superare la paura richiede del tempo, necessario per riconoscerla, farle spazio, ascoltare il suo messaggio e lasciare che avvenga il cambiamento. Di alcune paure ci si può liberare solo con un percorso che procede per gradi e rispetti ogni tappa.
Pratica tecniche di rilassamento
Quando arriva la paura il tuo corpo si prepara ad una reazione di “lotta o fuga”. Puoi ristabilire un equilibrio neutralizzando tale reazione attraverso le tecniche di rilassamento. Queste tecniche trasmettono al tuo corpo il messaggio che non c’è alcun pericolo e che sei al sicuro, e possono anche aiutarti ad affrontare altre fonti di stress e ansia nella tua vita. In oriente le tecniche di rilassamento sono conosciute e seguite da secoli, i maestri di yoga le praticavano come un aspetto fondamentale della loro disciplina; in occidente invece l’interesse per queste tecniche è stato scarso fino agli ultimi decenni, fino a quando si è iniziato a considerare l’organismo come un sistema complesso costituito dall'interazione tra mente e corpo. Uno degli importanti contributi in occidente allo studio del rilassamento e alla sua pratica terapeutica fu apportato dal medico psichiatra tedesco J. H. Schultz, il quale sviluppò un metodo di rilassamento autoindotto attraverso tecniche di autosuggestione, chiamato Training Autogeno.